I Trombini
Storia dei Trombini
I Trombini e la Lessinia
Nel 1287 il Vescovo di Verona, Fra' Bartolomeo della Scala, della famiglia dei signori di Verona, concesse in affitto a un nutrito gruppo di coloni di origine tedesca, bavaresi e/o tirolesi, un vasto territorio disabitato a nord di Roverè Veronese, più comunemente noto col nome di “Montagne dei Lessini”.
I coloni avevano il permesso di disboscare il territorio, creare pascoli per il bestiame e costruire masi. Erano inoltre liberi di amministrarsi, di eleggere i propri parroci parlanti la loro lingua, di conservare le proprie tradizioni e di unirsi in comunità più numerose. Queste comunità, col passare dei tempi, crebbero di numero e, verso la fine del Trecento, costituirono i Tredici Comuni della “Montagna alta del carbon”. Tra questi comuni figurava anche il Comune di San Bartolomeo al Todesco (o Teutonico), chiamato così per l'appartenenza della sua popolazione al ceppo tedesco trasferitosi sulle montagne veronesi.
Origine dei Trombini
I Trombini, detti anche "s-ciopi" o "pistoni", deriverebbero da armi da guerra del Seicento-Settecento, usate per lo più per incutere terrore, per abbattere palizzate, per farsi largo tra la folla o per difendersi durante i viaggi.
Le loro origini risalgono probabilmente al 1611, quando 24 soldati furono incaricati di difendere i passi Pertica, Lessini e Val di Falcon armati di archibugi a miccia e moschettoni.
Questi archibugi e moschettoni si trasformarono in tempi più recenti (secondo le testimonianze, a partire dal 21 Marzo 1839) in Trombini festosi e devozionali, usati a scopo folkloristico. In passato, infatti, in ogni contrada della Lessinia squadre di trombonieri o pistonieri allietavano le manifestazioni dei paesi con le loro scariche a salve.
Il nome "Trombino" deriva probabilmente da quello di un'arma simile, il troblon belga, oppure dalla parola "tromba" (detta anche "campana"), ovvero lo svaso della bocca da fuoco.
I Trombini oggi
Oggi, a San Bartolomeo delle Montagne, una nutrita schiera di trombonieri (ovvero gli sparatori di quest'arma inoffensiva) è riunita in un'associazione folkloristica unica nel suo genere in Europa. I trombonieri portano avanti le antiche usanze degli avi e con i loro schioppi allietano le feste del proprio paese, dei paesi della provincia di Verona e di altre città del Veneto.
Vengono invitati anche all'estero per rendere più interessanti e spettacolari le occasioni di festa.
Come si costruiscono i Trombini
La fabbricazione di questi strumenti da sparo è particolarmente scrupolosa e complessa e viene affidata alla perizia e all'abilità di alcuni artigiani della zona.
Anzitutto occorre trovare un solido pezzo di legno (di carpino, di faggio, di frassino, di acero) per costruire un poderoso calcio e il supporto della pesante canna da sparo. Il pezzo di legno viene fatto essiccare o altrimenti viene immerso per qualche tempo in acqua per ottenere un procedimento di preparazione più rapido.
Dopo che l'artigiano lo ha sbozzato e levigato, vengono praticati gli incastri dove verranno installati maniglia, canna, fasce, cartella, grilletto e le varie decorazioni a mano che distinguono ogni pezzo, sia per rilievo sia su lamine di ottone.
Il Trombino viene quindi battezzato con un nome proprio e, qualche volta, il proprietario incide sul calcio o sulle lamine qualche verso popolare di sua fantasia.
Come si spara
Il Trombino si carica a polvere nera, la quale viene introdotta in una certa dose nella canna e calcata con un'asta e un martello di legno. Sul cane viene collocata una capsula di innesto (detta "patrona"). Il tromboniere, con un sacco ruvido legato alla gamba per evitare bruciature, imbraccia il Trombino con la bocca indirizzata a terra, spara e, sfruttando il forte rinculo dell'arma, lo torna a raccogliere sulla spalla destra, compiendo una rotazione su se stesso.
I Trombini e la Lessinia
Nel 1287 il Vescovo di Verona, Fra' Bartolomeo della Scala, della famiglia dei signori di Verona, concesse in affitto a un nutrito gruppo di coloni di origine tedesca, bavaresi e/o tirolesi, un vasto territorio disabitato a nord di Roverè Veronese, più comunemente noto col nome di “Montagne dei Lessini”.
I coloni avevano il permesso di disboscare il territorio, creare pascoli per il bestiame e costruire masi. Erano inoltre liberi di amministrarsi, di eleggere i propri parroci parlanti la loro lingua, di conservare le proprie tradizioni e di unirsi in comunità più numerose. Queste comunità, col passare dei tempi, crebbero di numero e, verso la fine del Trecento, costituirono i Tredici Comuni della “Montagna alta del carbon”. Tra questi comuni figurava anche il Comune di San Bartolomeo al Todesco (o Teutonico), chiamato così per l'appartenenza della sua popolazione al ceppo tedesco trasferitosi sulle montagne veronesi.
Origine dei Trombini
I Trombini, detti anche "s-ciopi" o "pistoni", deriverebbero da armi da guerra del Seicento-Settecento, usate per lo più per incutere terrore, per abbattere palizzate, per farsi largo tra la folla o per difendersi durante i viaggi.
Le loro origini risalgono probabilmente al 1611, quando 24 soldati furono incaricati di difendere i passi Pertica, Lessini e Val di Falcon armati di archibugi a miccia e moschettoni.
Questi archibugi e moschettoni si trasformarono in tempi più recenti (secondo le testimonianze, a partire dal 21 Marzo 1839) in Trombini festosi e devozionali, usati a scopo folkloristico. In passato, infatti, in ogni contrada della Lessinia squadre di trombonieri o pistonieri allietavano le manifestazioni dei paesi con le loro scariche a salve.
Il nome "Trombino" deriva probabilmente da quello di un'arma simile, il troblon belga, oppure dalla parola "tromba" (detta anche "campana"), ovvero lo svaso della bocca da fuoco.
I Trombini oggi
Oggi, a San Bartolomeo delle Montagne, una nutrita schiera di trombonieri (ovvero gli sparatori di quest'arma inoffensiva) è riunita in un'associazione folkloristica unica nel suo genere in Europa. I trombonieri portano avanti le antiche usanze degli avi e con i loro schioppi allietano le feste del proprio paese, dei paesi della provincia di Verona e di altre città del Veneto.
Vengono invitati anche all'estero per rendere più interessanti e spettacolari le occasioni di festa.
Come si costruiscono i Trombini
La fabbricazione di questi strumenti da sparo è particolarmente scrupolosa e complessa e viene affidata alla perizia e all'abilità di alcuni artigiani della zona.
Anzitutto occorre trovare un solido pezzo di legno (di carpino, di faggio, di frassino, di acero) per costruire un poderoso calcio e il supporto della pesante canna da sparo. Il pezzo di legno viene fatto essiccare o altrimenti viene immerso per qualche tempo in acqua per ottenere un procedimento di preparazione più rapido.
Dopo che l'artigiano lo ha sbozzato e levigato, vengono praticati gli incastri dove verranno installati maniglia, canna, fasce, cartella, grilletto e le varie decorazioni a mano che distinguono ogni pezzo, sia per rilievo sia su lamine di ottone.
Il Trombino viene quindi battezzato con un nome proprio e, qualche volta, il proprietario incide sul calcio o sulle lamine qualche verso popolare di sua fantasia.
Come si spara
Il Trombino si carica a polvere nera, la quale viene introdotta in una certa dose nella canna e calcata con un'asta e un martello di legno. Sul cane viene collocata una capsula di innesto (detta "patrona"). Il tromboniere, con un sacco ruvido legato alla gamba per evitare bruciature, imbraccia il Trombino con la bocca indirizzata a terra, spara e, sfruttando il forte rinculo dell'arma, lo torna a raccogliere sulla spalla destra, compiendo una rotazione su se stesso.